wikiVALLOpedia è, o meglio, è stata una Enciclopedia online redatta da volontari, che attraverso la narrazione di storie di persone, di luoghi e degli eventi presenti e passati hanno mirato alla ricomposizione della memoria culturale delle Comunità del Vallo di Lauro.

Il progetto è nato a seguito di un incontro virtuale su Facebook il 13 gennaio 2014 tra chi scrive e Gianfranco Dalia.

Uno scambio di messaggi social su storia, senso di appartenenza comunitaria, identità, luoghi e memoria, tra due lauretani che non si conoscevano di persona e che si erano parlati per la prima volta attraverso un social network.

Eravamo entrambi, in quel momento, lontani fisicamente dal Vallo ma tutti e due innamorati della propria terra.

Io avevo alle spalle esperienze di animazione culturale, associazionismo e ricerca storica, Gianfranco era un giovane avvocato con esperienza di gestione di politiche comunitarie dell’UE e di promozione dello sviluppo economico locale.

Tra noi si creò immediatamente una bella alchimia, insieme funzionavamo bene, ci capivamo al volo. Dall’idea alla pratica, cinque giorni dopo aprimmo il gruppo Facebook di wikiVALLOpedia, un gruppo aperto a chi si sentiva legato al Vallo di Lauro, per collaborare, confrontarsi e discutere sulle voci da inserire nell’Enciclopedia.

Il 21 gennaio 2014 il primo post, la biografia di Jean Étienne Championnet, il generale francese che mise a ferro e fuoco Lauro durante la Repubblica napoletana del 1799.

Scegliemmo non a caso un personaggio simbolo della distruzione del patrimonio culturale di una comunità. Aleida Assmann sostiene che la storia di un luogo non finisce con la sua distruzione. I relitti materiali sopravvissuti diventano elementi di una nuova narrazione, a loro volta punti di riferimento di una nuova memoria culturale.

La continuità spezzatasi con la distruzione, attraverso la mediazione del ricordo, la rielaborazione e la spiegazione può essere ricostruita.

E noi ci accingevamo a farlo. Il 14 marzo 2014 aprimmo la pagina Google+, una rete sociale non più esistente che usavamo come contenitore base dei contenuti da rilanciare sugli altri social.

Dopo un po’ si unì a noi Clemente Scafuro, un militare dalla parte del Sud, delle vittime delle mafie e dei diritti civili.

Grazie alle sue competenze di video e photo editor avviammo il canale YouTube caricando il 16 novembre 2014 una bella intervista al prof. Pasquale Moschiano, lo studioso a cui guardavamo per ispirarci nell’impresa.

Lo stesso anno cominciammo l’attività anche su Twitter. Con il nuovo anno cominciò a collaborare con noi, portando una serie di progetti, il web designer Francesco Mazzocca, il più giovane della squadra.

Grazie al suo lavoro implementammo il progetto lanciando wikiVALLOpedia 2.0.

Il 31 ottobre inaugurammo il sito www.wikivallopedia.it, con annessa newsletter, e il 3 novembre la pagina ufficiale Facebook di wVp.

Tutti questi strumenti, questi canali di comunicazione attivati per fare cosa?

La nostra idea era di utilizzare internet per fare in modo che la comunità di persone fisiche del territorio avesse a disposizione gli strumenti di una community virtuale per conoscere meglio la propria storia, la propria cultura, l’origine delle proprie tradizioni.

Utilizzavamo la tecnica dello storytelling, un termine moderno che rimanda a quel primordiale bisogno degli umani di raccontare storie.

La narrazione come strumento per inquadrare gli eventi e dargli senso in modo che possano essere poi compresi e condivisi dai membri della comunità. Storie, racconti di persone semplici o di personaggi famosi, dicono qualcosa sulle persone ma riflettono anche la personalità del luogo, la sua originalità.

Quello che anticamente si sarebbe detto il genius loci, l’entità soprannaturale, il nume tutelare di un luogo, di paese, di un paesaggio.

Quelle caratteristiche che facevano di un luogo il mondo in cui l’uomo, la donna trovava posto, di cui si sapeva la lingua, la storia, le tradizioni. Un mondo che la modernità con le sue accelerazioni ha spazzato via e lasciando le persone smarrite in una terra senza più confini.

Diceva bene Lev Tolstoj “Se descrivi bene il tuo villaggio, parlerai al mondo intero”, per noi, raccontare sul web il territorio del Vallo di Lauro rendeva possibile rivelare il genius loci del luogo, espresso dalla vita e dalle parole degli abitanti, e nello stesso tempo misurarsi col mondo intero, senza rinchiuderci ossessivamente nel ricordo di un tempo ormai passato.

Per dare sostanza a un progetto di performing media storytelling non basta solo il web, bisogna mettere in relazione memoria- reti-territorio attraverso la partecipazione attiva delle persone.

Coinvolgemmo nel progetto Raffaele Zito, il coordinatore del “Forum Agenda 21 e dei Regi Lagni” il coordinamento di cittadini, enti, associazioni e diversi portatori d’interesse nato in relazione al processo di realizzazione del Grande Progetto di risanamento ambientale del corridoio ecologico dei Regi Lagni, che aveva avuto come notevole risultato concreto la rinascita del Real sito di Carditello.

Dai colloqui con Zito e dallo studio della loro esperienza elaborammo il Manifesto per il FORUM VALLO DI LAURO 2050 e avviammo il processo costitutivo del Forum convocando il 23 gennaio 2016 nell’Abbazia di Sant’Angelo un’assemblea di tutti i “portatori d’interessi”, ossia qualunque soggetto collettivo o anche singoli cittadini interessati al futuro della nostra terra. Quella prima parte del 2016, fu per noi un periodo straordinario, intenso, gratificante, pieno di lavoro, di crescita personale e del progetto wVp.

Lavorando bene il progetto era cresciuto, richiamando l’attenzione di qualificati osserva- tori come l’ex ministro della cultura Massimo Bray che ci segna- lò come buona pratica per il suo progetto #laculturachevince.

O come l’Associazione ItaliaCamp che ci invitò a partecipare a “We Start Challeng”, la competition di startup non “tradizionali” nate dall’applicazione dei concetti della sharing economy a supporto dello sviluppo delle comunità locali.

Per far fronte alla crescita continua avremmo avuto bisogno di nuovi volontari, di collaborazioni professionali, soprattutto di persone capaci localmente di tessere la rete di connessioni tra wVp, enti, associazioni e comunità del territorio. In questo probabilmente non fummo capaci di fare le scelte giuste, non riuscimmo a rilanciare.

Presi anche ognuno dagli impegni della propria vita privata. Un basso livello di interesse a livello locale per i contenuti dell’Enciclopedia non aiutò.

Il progetto consumò le nostre energie e pian piano si avviò verso la stasi. Il Forum si riunì l’ultima volta il 25 giugno 2016. Con l’intervista a Marco Ferrando datata primo dicembre 2016, l’Enciclopedia andò in stanby.

Fino al 28 ottobre 2018, sporadicamente, sono apparsi dei post legati a iniziative dei collaboratori di wVp ma non più riconducibili all’iniziale progetto editoriale.

Da allora l’Enciclopedia del Vallo è completamente ferma e una parte del materiale elaborato comincia a non essere più reperibile in rete.

Google+ e il sito www.wikivallopedia.it sono offline e anche nei nostri pc le cartelle rischiano di smarrirsi tra un backup e l’altro. Il progetto prevedeva la stampa dei libri della memoria del Vallo, in cui raccogliere anno per anno i testi pubblicati.

Per ora andrà in stampa questo volume che raccoglie, a consuntivo del progetto wikiVALLOpedia, 161 voci, 57 post brevi, le didascalie di 42 video e tutto il materiale del Forum.

Indipendentemente dai risultati che io, Gianfranco, Clemente e Francesco siamo stati capaci di conseguire, penso che la conoscenza di una esperienza come la nostra possa essere utile a chi voglia operare per lo sviluppo del territorio o a chi semplicemente sia interessato a conoscere storia, tradizioni e cultura delle persone vissute nel Vallo di Lauro.

Ferdinando Mercogliano

Ferdianando Mercogliano

Ferdianando Mercogliano

Gianfranco Dalia

Gianfranco Dalia

Clemente Scafuro

Clemente Scafuro

Francesco Mazzocca

Francesco Mazzocca

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